Giovedì, 16 Maggio 2019 13:47

Corso Elia a Palermo

Son bastati 2 giorni di fuoco intenso, tanto è durato il corso, per scoprire una delle figure più rilevanti dell’Antico Testamento.

La figura del Profeta Elia mi ha permesso di apprezzare l’importanza del ritorno alle origini, nel silenzio, al nostro primo incontro personale con il Signore, per rivalutare la necessità e l'importanza della Preghiera, come rapporto intimo con il Signore della nostra vita. Preghiera come cibo per l’anima, preghiera come abbandono completo in Lui ed a Lui.

Più si andava avanti nel percorso tracciato da Carlos e più mi è apparso chiaro che l’esempio di Elia può servire per riflettere su una esigenza della fede:

“La necessità e l’importanza di adorare il vero ed unico Dio.”

E non sembri una cosa così scontata, all’interno di tutto il percorso di vita del Profeta Elia l’impatto più forte lo dà la conferma che la vera tentazione dell’uomo non sia tanto l’allontanamento da Dio a causa del peccato, quanto l’idolatria.

Adorare il Signore, vuol dire dare a Lui il posto che deve avere, e lo sprone che ne ho ricevuto, sta tutto nello scoprire nella nostra vita personale interessi, gusti e preoccupazioni che tendono a occupare il primo posto nella testa e nel cuore, scalzando dal centro della nostra vita l’autore della vita stessa.

Dobbiamo chiedere al Signore che accresca la nostra fede, permettendoci di alzare il livello d’attenzione, in modo che niente, né persone, né un pensiero o un desiderio del nostro io, diminuisca la dedizione totale che dobbiamo a Lui.

La ciliegina sulla torta, confezionata dallo Spirito Santo, è giunta a fine corso, quando ho avuto la riprova che Nostro Signore non abbandona mai coloro che lavorano per la sua causa.

E l’istantanea di ciò è proprio il Profeta scoperto in questi due giorni di Corso che essendo uomo di Dio, è vissuto di Lui in ogni momento ed il Signore lo ha sostenuto nelle avversità, lo ha aiutato a perseverare, si è fatto sentire come un Padre premuroso, gli ha dato i mezzi di cui aveva bisogno per portare avanti la sua missione.

Al termine poi, su indicazione di Carlos, abbiamo diviso i partecipanti in vari gruppi di condivisione, registrando un entusiasmo, una voglia di condividere, una gioia ed un fervore che non mi sarei mai aspettato.

Questo semplice “stratagemma” posto in conclusione alle predicazioni, funge da valvola di sfogo per i fedeli che, inconsciamente, sentono il bisogno di comunicare i benefici dell’azione dello Spirito Santo.

In conclusione, mi corre l’obbligo però accennare alcuni dei punti più salienti riscontrati dai responsabili nei vari gruppi di condivisione, se non altro quale testimonianza della bontà dei doni ricevuti:                                                     

  1. Nel mio gruppo ci si è soffermati sull’importanza delle dinamiche, soprattutto quella della farina. Esempio di come con il nostro poco, Dio può fare tanto e dare tanto. Risalto si è dato anche alla domanda PERCHE’ SONO QUI? Alcuni hanno trovato come motivazione, la chiamata stessa di Dio che vuole renderci sempre più consapevoli del nostro essere cristiani;
  2. Le riflessioni, che il "corso Elia" ha fatto emergere, nel gruppo di 9 persone che ho seguito, al momento della condivisione, sono state belle, sentite e profonde. È stato messo in evidenza che Dio ottiene sempre quello che vuole, che noi dobbiamo essere sulla Sua lunghezza d’onda e che per fare questo è necessaria la riflessione silenziosa, l'ascolto di Dio ed il ristorarsi in Lui. Da qui sono partiti il proposito di guardare al prossimo con cuore più predisposto alla fratellanza tutto ciò con la consapevolezza di quante difficoltà si incontrano nel cammino di fede.
  3. Nella nostra esperienza di condivisione in gruppo sono emerse diverse grazie. In particolare sottolineo il desiderio d’accostarsi al sacramento della riconciliazione dopo tantissimi anni ed al riconoscersi bisognosi e desiderosi dell’amore di Dio.

Alcuni corsisti hanno avuto l’input che li ha portati a ricalcolare il proprio percorso di vita, riflettendo sul bene spirituale ed inoltre relazionale. Tanti i momenti salienti il desiderio di perdono e di vivere in pienezza tutti contraddistinti dall’amore di Dio.

  1. Secondo i partecipanti che ho guidato, il corso è stato molto bello sia come approfondimento biblico sulla figura di Elia, ma soprattutto per una crescita spirituale nella fede, in quanto ha fatto riflettere molto su quello che noi viviamo ogni giorno e come affrontare ogni cosa ponendo sempre Dio al centro di tutto. In particolare un giovane ragazzo del gruppo ha detto che l’esperienza “Sul Monte Carmelo” e precisamente il momento riguardante gli idoli, è stato quello che lo ha colpito di più poiché oggi molti giovani mettono al centro della loro vita tanti idoli che impediscono la conoscenza dell’unico e vero Dio…. ma il momento del mantello è stato il più intenso che ha suscitato maggiori emozioni.
  2. Durante la condivisione è emerso che alcuni avevano necessità di fare il fare il corso, perché solo così riescono ad approfondire ed entrare in intimità con Gesù. Alcuni hanno sottolineato il mistero della Provvidenza e di come Dio si prenda cura di noi, non abbandonandoci mai. Di come sia necessario andare al torrente, nella caverna, sotto la ginestra ... per ritrovare il dialogo con il Signore e ristabilire quella comunicazione unica tra l’uomo e Dio. Per alcuni è stata un’esperienza nuova inizialmente qualcuno non si è lasciato andare ma poi rispecchiandosi si è lasciato travolgere dal Signore, consegnare i propri idoli, le certezze materiali, ristabilire un impegno .... ricevere l’effusione dello Spirito Santo tutti è stato definito con positività e condivisione aperta, senza filtri e/o vergogna. Sicuramente ciò che è emerso in maniera sensibile è che ne avevamo bisogno tutti e che il Signore ha saputo dare qualcosa a ognuno dei partecipanti.
  3. Dalla condivisione nei gruppi di domenica pomeriggio, ho voluto che tutti parlassero, per capire quale aspetto positivo o negativo si fosse riscontrato all'interno del corso. Come era prevedibile ognuno di loro si è sentito coinvolto nella predicazione e nelle dinamiche del corso stesso. Un corsista ha detto che tra Elia e Dio era evidente un prendersi cura in maniera intima l’uno dell’altro, come tra un padre ed un figlio. Ad altri partecipanti ha colpito molto la dinamica e la preghiera di Padre Ermes Ronchi “Come un girasole” mentre un altro ha testimoniato di non sapere il perché si trovasse in questo corso con tutti noi, ma alla fine gli era ben chiara la volontà di Dio. Un altro corsista ancora ha testimoniato l'importanza di stare assieme in questi momenti di preghiera e di formazione. Facendo un riscontro con altri corsi frequentati, la differenza l’ha fatta quel momento di condivisione in gruppi alla fine del corso, che aiuta molto a "comprendere" gli effetti del corso stesso, tramite la testimonianza dei partecipanti.

 

Infine non resta che ringraziare il Centro Kerigma da parte di tutti noi, per averci concesso di vivere momenti unici e significanti per il cammino verso Gesù.