Cari fratelli e sorelle, nei giorni dal 22 al 26 giugno, alcuni soci del centro Kerigma abbiamo partecipato al X incontro mondiale delle famiglie, tenutosi a Roma nella Città del Vaticano. Gli incontri si sono svolti prevalentemente nell’aula Paolo VI e la conclusione è avvenuta con la Santa Messa di sabato 25 presieduta dal cardinale Kevin Joseph Farrel, prefetto del dicastero per i laici, la famiglia e la vita, alla presenza del Santo Padre, Papa Francesco, che ha fatto l’omelia.
I delegati invitati a tenere l’incontro erano ovviamente tutte famiglie che hanno inizialmente esposto le loro testimonianze di vita, attraverso le quali sono poi nati nuovi cammini. Abbiamo sentito famiglie raccontare storie pesanti che, con la grazia di Dio, si sono trasformate da storie di fatica a storie di grazia, di gioia e di rinascita della famiglia. Sono storie di famiglie normali come le nostre. Abbiamo compreso che la croce non va cercata ma se arriva e non si abbraccia vivendola con Gesù, diventa un peso insormontabile. Le loro testimonianze hanno dato una nuova speranza alle famiglie che talvolta sentono il peso degli eventi, dunque diventa importante non solo chiedere aiuto a Dio ma anche lasciarsi aiutare da altre famiglie. La famiglia cristiana, sacramento dell’amore sponsale tra Gesù e la sua chiesa, ci ha ricordato il Santo Padre, è il cuore della chiesa stessa.
In questi giorni abbiamo sperimentato la presenza di Dio ed abbiamo respirato il suo profumo. Tanti sono stati i temi trattati, dalla necessaria collaborazione tra gli sposi e i sacerdoti, all’importanza dei giovani e degli anziani insieme nella chiesa, all’amore tradito e perdonato, all’importanza di un padre e di una madre e la loro accoglienza di una nuova vita, alla vocazione matrimoniale e la sua necessaria missione nel mondo, fino al cammino di santità e all’importanza del perdono.
Come dicevo l’incontro si è concluso con la Santa Messa in Piazza San Pietro e con il mandato, che il Santo Padre ha dato a tutte le famiglie del mondo, di annunciare l’amore di Dio.
Nancy e Francesco Marù