Mi chiamo Roberto, sono un consacrato della Fraternità Servi del Cenacolo e ho partecipato al corso Giona tenuto ad Alezio dal 13 al 15 settembre.
Alla fine del corso mi è stato chiesto se volevo testimoniare l’esperienza vissuta. Nel primo giorno del corso quando Enzo, uno dei relatori, ci ha indicato di leggere i quattro capitoli del profeta Giona, ho avvertito durante la lettura come dei segni che ho interpretato come messaggi d’introduzione del Signore. Egli desiderava che mi impegnassi ad essere più vigile durante il corso, ossia a resistere alle distrazioni, perché voleva rivelarmi qualcosa. Le riflessioni fatte su alcune situazioni del profeta mi hanno fatto comprendere che dovrei impegnarmi ad essere maggiormente docile alla volontà del Signore, mediante l’obbedienza al superiore. In quel momento ho verificato quanto nello svolgimento dei servizi quotidiani sono un autentico cristiano, quanto credibile ed appassionato della mia vocazione.
All’inizio il corso è stato per me sempre più motivo di crisi, perché vedevo molte similitudini tra me e il profeta riguardo alla disobbedienza verso il Signore. Però non ho dato spazio allo scoraggiamento, perché è proprio nei momenti di crisi che riesco meglio a scoprire ciò che Gesù vuole cambiare in me. Enzo nell’introduzione ci aveva già avvisati che avremmo vissuto un tempo di potatura e ci ha avvertito che quando il Signore vorrà potarci ci sembrerà di perdere qualcosa d’importante, ma in verità dopo che abbiamo accettato la potatura ci accorgeremo che ciò che ci è stato tolto non solo era inutile, ma anche ostacolante la grazia di Dio. Ho riconosciuto che a volte sono capriccioso come Giona, duro di cervice, finto sordo ed anche presuntuoso. Ho ammesso il bisogno di conversione, di cambiare mentalità e comportamento, perché altrimenti perderò di credibilità, la quale è fondamentale nell’evangelizzazione e l’evangelizzazione è per me la base della felicità. Ho compreso che la gioia che cerco nella mia vita dipende dalla mia disponibilità alla volontà del Signore, ossia la docilità necessaria per accettare ogni cambiamento che Dio vuole in me.
Nel personaggio Giona ho riconosciuto le dinamiche avverse al progetto di Dio, cioè le sue lotte con Dio, con il prossimo e con se stesso, dinamiche che riconosco che non mi sono estranee. Ho avvertito che il Signore desidera per me di non dipendere più dalle mie idee di evangelizzazione, ma di perseverare in un atteggiamento di ascolto verso la sua Parola, la quale contiene tutta la grazia necessaria per evangelizzare come Lui vuole e dove Lui vuole. Per dirla in altre parole il Signore mi chiama a cambiare mentalità, non devo essere io a costruire il progetto della mia vita, ma sono chiamato ad essere un collaboratore del suo progetto, non devo essere io il timoniere della mia vocazione, ma devo lasciarmi guidare da Lui. In conclusione io mi devo impegnare maggiormente a superare i miei egoismi, le comodità, i capricci e tutto ciò che appesantisce il rapporto con Dio, con gli altri e con la mia vocazione. Mi sono detto che devo prendere più sul serio le responsabilità che ho riguardo alla missione che Dio ha disegnato per me. Nell’ultimo giorno del corso ho avvertito che le crisi iniziali erano sparite ed ho vissuto un giorno pieno di grazia. Il Signore mi ha manifestato la sua fedeltà, che per me è motivo di gioia ed è proprio per questo che mi sono consacrato a Lui, affinché la mia vita possa essere testimonianza autentica della sua immensa gloria.
Roberto